Il ricordo, senza consapevolezza critica, non basta a lasciare il segno nella storia. "Meditare" sugli avvenimenti significa imparare una lezione e, tra l'altro, provare a marginalizzare l'eterno scambio di ruoli tra vittime e carnefici.
Discutete e confrontatevi liberamente sulla lezione. Basta "postare" quì sotto (potete usare l'identità "anonimo" senza registrarvi), senza dimenticarvi di aggiungere il vostro nome, cognome e matricola (in caso contrario non verrà pubblicato).
Discutete e confrontatevi liberamente sulla lezione. Basta "postare" quì sotto (potete usare l'identità "anonimo" senza registrarvi), senza dimenticarvi di aggiungere il vostro nome, cognome e matricola (in caso contrario non verrà pubblicato).
Avvenimenti tristi realmente accaduti che possiamo solo immaginare,ma molto difficile da poter capire fino in fondo.Io mi chiedo spesso quale siano i veri limiti di un uomo nell'agire..come si può avere tanta atrocità nel commettere determinate azioni senza alcun freno.Probabilmente non lo scopriremo mai.
RispondiEliminaClaudia Nocera CL/48
C'è un saggio molto bello, intitolato "La banalità del male", scritto dalla filosofa tedesca Hannah Arendt, incentrato sulla carriera e sul processo del nazista Eichmann. Cito la Arendt perchè, secondo la mia opinione, è colei che esprime meglio il concetto di "vittime e carnefici" che si capovolgono: il male non è nient'altro che qualcosa di "naturale" e inconsapevole dell'animo umano che si può manifestare sotto molteplici forme. Ecco, sempre secondo me, spiegato l'alternarsi infinito, ciclico, delle vittime e dei carnefici. La razza ebraica ha subito perdite immani durante e dopo il secondo conflitto mondiale (senza dimenticarci, inoltre, delle perdite subite dalle etnie slave, zingariche, dei prigionieri politici d'ogni sorta e non ultimi gli omosessuali), ma a sua volta, con la creazione forzata ed improvvisa dello Stato d'Israele, non ha fatto altro che rientrare giocoforza nel meccanismo carnefice-vittima.
RispondiEliminaSpero che ci possa essere una speranza di miglioramento anche per noi più giovani. In questo clima di continue tensioni, sarebbe bello poter assistere (e partecipare) alla "caduta" di un simbolico muro...
Un ultimo pensiero va a Vittorio Arrigoni, anch'egli vittima della banalità del male. Ciao Vik.
Nunzia Clemente CL/00440
http://www.youtube.com/watch?v=EeRKCx-bYTA&feature=share
RispondiEliminaIn questa pubblicità dell'Unione Europea, una di quelle pubblicità "progresso" insomma, vediamo come la Comunità Europea intende accogliere le differenze: inglobandole in sè e cancellandole, senza valorizzare le diverse culture. Inoltre notiamo come le "culture altre" vengono identificate solo per stereotipi (il cinese esperto di arti marziali, l'arabo con capacità "sovrannaturali" vestito alla gengis khan e il brasiliano con la capoera!) mentre l'Europa è rappresentata con una ragazza carina, giovane, alla kill bill. Dunque possiamo notare come, esattamente come accadeva ad Oswiecim, vi è diffidenza nei confronti dell' "altro", il quale viene identificato come un possibile -e quasi sicuramente- nemico, e quindi deve essere eliminato (non dimentichiamoci che come abbiamo detto in aula, ad Auschwitz non c'erano solo gli ebrei, ma anche zingari, omosessuali, dissidenti politici, etc; insomma tutti quelli che avevano qualcosa di diverso: diversa fede, diverso modo di vivere, diversi gusti sessuali, diverse idee..) Ad Oswiecim c'erano le camere a gas e i forni crematori, in Europa invece c'è il terrorismo economico, che ci spinge a fare di più affinchè lo spread non cresca, e non c'è però una costituzione europea. Vediamo come questo modo di schiacciare il diverso perchè si identifica nel nemico ovviamente accade anche nei singoli paesi, dove vengono create leggi che tendono ad uniformare i cittadini facendo adottare a tutti lo stesso modello di stampo europeo, come ad esempio accade in Francia con la legge approvata nel 2010 ed entrata in vigore l'anno scorso (perchè la normativa fissava infatti un periodo di sei mesi prima dell'inizio dell'applicazione delle sanzioni, che prevedono multe fino a 150 euro e corsi di EDUCAZIONE CIVICA!) che vieta il niqab e il burqa nei luoghi pubblici (tra l'altro il divieto di portare il velo integrale nei luoghi pubblici si applica anche nei confronti dei turisti musulmani e prevede eccezioni solo in caso di feste tradizionali, manifestazioni artistiche e processioni religiose). Per luoghi pubblici si intendono non solo strade e piazze ma anche ospedali, biblioteche, banche, aeroporti, ristoranti e caffè, tribunali e musei. (La polizia non ha il potere di togliere il velo ma può condurre la donna a una stazione di polizia per l'identificazione). Quindi io mi chiedo: in che direzione stiamo andando?
Nicole Torrente. PI/392