venerdì 23 marzo 2012
'MMUNNEZZA... le tante mezze verità (23 Marzo 2012)
Inverno 2008/2009, la Gente di Napoli, con le strade inondate di rifiuti, comincia un percorso culturale, attraverso la scoperta della responsabilità collettiva e della crisi di valori di un sistema di vita che non funziona, che non è in sintonia con la conservazione dell'uomo stesso. Tra risoluzione del problema e il suo disinnesco.
Discutete e confrontatevi liberamente sulla lezione. Basta "postare" quì sotto (potete usare l'identità "anonimo" senza registrarvi), senza dimenticarvi di aggiungere il vostro nome, cognome e matricola (in caso contrario non verrà pubblicato).
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Penso che, per qualsiasi cosa che di solito facciamo, troppo poco pensiamo alle conseguenze che questa porta; la questione dei rifiuti credo possa considerarsi tra queste. In effetti ognuno, nel suo piccolo, si impegna a fare questa tanto decantata raccolta differenziata, senza nemmeno sapere in cosa consista ( e sono io la prima a non saperlo a pieno ), senza preoccuparsi di cosa ci sia DOPO, di come realmente i nostri rifiuti vengano smaltiti o riciclati; si pensa solo di aver fatto il proprio dovere, di aver tenuto la città pulita solo perché si è buttata una carta nel bidone e non a terra...! Purtroppo però abbiamo talmente abusato di questo comportamento non curante che adesso iniziamo a subirne le conseguenze, come è successo a Napoli e come ho letto a Palermo, in questi giorni anch'essa alle prese con l'emergenza rifiuti. Ora tutti si lamentano di non volere altre discariche, o il termovalorizzatore per le ovvie conseguenze negative che questo comporta; abbiamo quindi, da un lato, un enorme problema che, ahimè, non tende a diminuire anzi, abbiamo visto che con il tempo la produzione di spazzatura è sempre più alta e, dall'altro, la non capacità di trovare una soluzione, o forse il non voler \ poter trovare una soluzione alternativa, visti gli interessi che girano intorno allo smaltimento della spazzatura.
RispondiEliminaLa soluzione più facile a questo punto sarebbe iniziare ad educare le persone ad inquinare meno, a fornirsi di oggetti riutilizzabili svariate volte, all’abolizione di plastica e quanto altro materiale non biodegradabile o smaltibile in altri modi. Ma la verità è che la nostra è una cultura consumistica, che poco si adatta alle nuove esigenze di un pianeta che quasi ci sta chiedendo aiuto; e sinceramente sono anche abbastanza pessimistica che si possa arrivare a risolvere tale problema, perché, se è si vero che l’unione fa la forza, e che quindi se tutti si adattassero a nuove regole di vita ce la si potrebbe fare, sono anche consapevole del fatto che sarebbe solo la minoranza più coscienziosa ad attuare provvedimenti in tale direzione.
Polce Jessica LA 855