Il ricordo, senza consapevolezza critica, non basta a lasciare il segno nella storia. "Meditare" sugli avvenimenti significa imparare una lezione e, tra l'altro, provare a marginalizzare l'eterno scambio di ruoli tra vittime e carnefici.
Discutete e confrontatevi liberamente sulla lezione. Basta "postare" quì sotto (potete usare l'identità "anonimo" senza registrarvi), senza dimenticarvi di aggiungere il vostro nome, cognome e matricola (in caso contrario non verrà pubblicato).
giovedì 15 aprile 2010
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Il secondo incontro è stato per me particolarmente toccante perchè ha ridestato il ricordo della mia personale esperienza ad Auschwitz e siccome penso che le esperienze e le scoperte fatte da una persona non debbano essere tenute dentro egoisticamente,ma che sia importante lasciare una testimonianza agli altri, proverò a raccontare per quanto possibile alcune delle cose che non dimenticherò mai di quel "viaggio".Esso era stato organizzato dalla Provincia di Napoli per la giornata della Memoria e alcuni ragazzi di molte scuole di Napoli e provincia vi presero parte.Ci era stato detto prima della pertenza che questo viaggio ci avrebbe cambiati per sempre e che ci avrebbe fatto capire molte cose.Arrivati al campo,che ora è un museo,c' è la famosa scritta:"Arbeit mach frei",scritta come sberleffo agli ebrei, che ci "accoglieva",eppure qualcuno ha avuto il coraggio di farsi scattare una foto lì sotto con un sorriso smagliante.La cosa che più mi ha colpita sono state alcune fotogafie di bambini e in particolare di una,bellissima,con gli occhi grandi e neri,sembrava speranzosa,forse le avevano detto che lo "zio" Hitler le avrebbe portato le caramelle,questo era,infatti, il modo in cui i bambini venivano presi in giro,ci spiegava la guida.Altro episidio che ricordo è stato il pianto di una insegnante tedesca che non sopportava sentir ripetere dalla guida:"I tedeschi hanno fatto,i tedeschi hanno detto..",ma a lenire il suo pianto c' era proprio un uomo di origine ebrea ,un signore che ci accompagnava e che aveva perso nel campo di concentramento quello che sarebbe stato lo zio .Fu un abbraccio forte e sentito,L' espressione "i tedeschi hanno fatto..,i tedeschi hanno detto.." fu sostituita con:I nazisti hanno fatto,i nazisti hanno detto".R.Hess,capo del campo,e questa è una cosa che forse è il caso di sapere,si lamentava che il suo "lavoro" gli toglieva tempo da dedicare ai suoi figli che abitavano in una casetta nel Campo,vista CAMERA A GAS.Il sign. di origine ebrea,ci confessò la sua "mania":"Mi allaccio velocemente le scarpe per paura che arrivino i nazisti"Quasti,infatti, sono traumi che rimangono per generazioni.Ora vorrete sapere se è vero che da Auschwitz si torna cambiati,vi dico solo che da quando sono tornata, durante la notte faccio un sogno,o meglio incubo, ricorrente:Un' atmosfera fredda,intorno è tutto blu,c'è un ponte perso nel vuoto(somiglia al binario di Birkenau,che ho anche "visitato")e un cumulo di ossa che ardono in un fuoco rosso,rossissimo.L' esperienza mi ha toccato profondamente,mi ha cambiata,spero che sia stato lo stasso per coloro che si fotografavano allegri all' ingresso del Campo,ma questo non posso dirvelo.Grazie a tutti coloro che lasciano la propria testimonianza agli altri attraverso seminari,laboratori,commenti....
RispondiEliminaDora Frascadore FC/449
Anche io ho apprezzato il modo in cui è stato impostato questo secondo incontro. In particolar modo, il punto fondamentale secondo me è "provare a marginalizzare l'eterno scambio di ruoli tra vittime e carnefici". Certo, non dobbiamo mai dimenticare gli orrori subiti dagli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Non dobbiamo nemmeno dimenticare però, che questo discorso talvolta viene strumentalizzato per offuscare e distogliere l'attenzione da cose altrettanto gravi che accadono ancora oggi in molte parti del mondo. In particolar modo per quanto riguarda quello che accade in Palestina dove, dal momento della fondazione dello stato di Israele, ha avuto luogo una vera e propria operazione di pulizia etnica nei confronti del popolo palestinese. Come hanno potuto acconsentire i leader di quei paesi "democratici" che non fanno che parlare di memoria e che sono pronti a scandalizzarsi ed ostentare i propri valori etici solo quando questo gioca a loro favore?
RispondiEliminaSpesso si parla di ciò che accadde agli ebrei (e non solo: furono coinvolti anche omosessuali,zingari,portatori di handicap,persone considerate membri "scomodi" della società)come di qualcosa di lontano,come se ricordando ci rendessimo automaticamente conto di quanto azioni simili siano atroci,come se ormai nel nostro civilissimo ed avanzatissimo mondo non potesse verificarsi più nulla di simile. Purtroppo questa visione è ben lontana dalla realtà.
Basti pensare, banalmente, all'attuale diffusione del razzismo in Italia nei confronti degli extracomunitari. Da cosa nascono tanta paura e chiusura nei confronti del diverso? probabilmente dalla mancanza di informazione e di comunicazione. Stiamo attenti.
Credo che per evitare che fenomeni come questi sfocino in nuove tragedie,sia importante cercare di sviluppare un po' di spirito critico e imparare ad osservare gli avvenimenti cercando di mettere da parte i propri pregiudizi, superare quella distinzione netta che ci insegnano alle scuole elementari tra buoni e cattivi.
E' importante ricordare.
Piera Biffardi
MLO/5
Nel primo incontro sull'Australia abbiamo capito cosa vuol dire conoscere 1 altra cultura: uscire dai nostri schemi precostituiti, mettere in discussione noi stessi, imparare a conoscere e rispettare "l'altro" e soprattutto comprendere che "migliore" e "peggiore" sono concetti, che quando si rapportano a un'altra cultura o un'altra società, cessano di esistere.
RispondiEliminaDal II° incontro su Oswiecim invece emerge proprio cosa può succedere quando non si conosce "l'altro", quando siamo convinti che la nostra cultura sia la "migliore", la più giusta mentre la cultura dell'"altro" (quella di un qualsiasi popolo)risulta sbagliata, arretrata e inferiore.
Ciò che non conosciamo ci fa paura e per sconfiggere questa paura, vogliamo piegarla, modificarla, allontanarla da noi o addirittura distruggerla!
La schiavitù è un fenomeno antichissimo che ha attraversato la storia dall'Impero romano, ai greci, fino al colonialismo.
Obiettivo del colonialismo era appunto "civilizzare" i popoli dell'Asia, dell'Africa e delle Americhe, renderli "migliori", poichè considerati incivili.
La domanda è "incivili in rapporto a cosa"?
In rapporto a un'altra cultura, quella europea occidentale che in una visione eurocentrica si è posta come perno della modernità, del progresso e del benessere.
Nessun colonizzatore europeo dell'epoca si sarà mai minimanete posto il problema di conoscere quei popoli che andava a rendere "schiavi", scoprendo magari che anche loro avevano una propria organizzazione sociale, un insieme di leggi, delle forme d'arte proprie, un particolare tipo di medicina, che non erano per niente inferiori alle loro, semplicemente "diverse".
La storia si ripete con le guerre mondiali per sfociare in quella tragedia che è stata l'Olocausto.
La cultura ariana si circonda di caratteristiche quali : la razza pura, perfetta, destinata a prevalere sugli altri, a dominare quelle razze impure, bastarde che in un'ottica estremista non solo non meritavano la libertà ma neppure la vita!
Si può privare una persona della vita, solo perchè non parla la nostra lingua, perchè non ha il colore della nostra pelle, crede in un dio diverso dal nostro, mangia un cibo diverso?
Ho mai provato a pensare che potrei essere io a non parlare la SUA lingua, a non avere il SUO colore della pelle, a non credere nel SUO dio, e cosi via?
L'olocausto è un caso estremo legato al nazismo e a Hitler, però non dobbiamo dimenticare che fu un'intera nazione a crederci. Un'intera nazione a giudicare impura la razza ebraica (inoltre l'antisemitismo fu un fenomeno non solo della Germania, ma di altri paesi come l'Italia, la Francia, la Gran Bretagna).
La guerra fra diversi popoli c'è ancora oggi purtroppo, un caso in particolare il Medio Oriente, Israele e Palestina, dove gli oppressi sono diventati oppressori.
La cosa su cui ho riflettutto maggiormente è che oggi non c'è bisogno nemmeno di andare a cercare la guerra, perchè anche nel nostro Paese è emerso un fenomeno sempre più radicato che è l'INTOLLERANZA! Non tollerare chi appartiene a un'altra etnia.
Intolleranza per gli stranieri che oggi vivono e lavorano nel nostro Paese, a cui non si vogliono concedere spazi per pregare, che vengono sottopagati, che non si possono vestire come la loro cultura impone loro, e che sono sempre più combattuti da un partito politico ( di cui non voglio fare nome ma che ha conquistato un pò di regioni nel Nord Italia) sempre più intollerante e razzista.
Cmq tutti questi eventi, seppur lontani l'uno dall'altro (temporalemnte e geograficamente) hanno un unico filo conduttore, la non conoscenza dell'altro.
Non conoscere mi porta a non rispettare!
Chissà che magari la diffusione di viaggi e scambi culturali possa far crescere una nuova generazione di persone più rispettose, tolleranti e aperte al mondo!
Me lo auguro di cuore!
CLAUDIA PORTADIBASSO MCE/09
-PARTE 1-
RispondiElimina“E’ on-line su youtube un video che parla di una storia che ha come protagonisti una donna ed un leone (il più feroce tra gli animali). Quando era ancora un cucciolo, il leone, fu trovato in strada in pessime condizioni salutari…La donna raccolse il piccolo lo accudì e grazie al suo intervento il cucciolo riuscì a sopravvivere…La donna, successivamente fu costretta a donare il leone (ormai diventato adulto) ad uno zoo; Il video in questione ritrae il momento in cui il leone, rivedendo la donna dopo alcuni anni, la riconosce e l’abbraccia attraverso le sbarre della gabbia in cui è rinchiuso… Il Leone, quello che i media ci han sempre “etichettato” come la bestia più pericolosa al mondo, in segno di riconoscenza abbraccia colei che gli ha salvato la vita…Dimostra cioè di avere un cuore…di provare, nonostante l’istinto che caratterizza gli animali, sentimenti proprio come gli esseri umani…”
Vi domanderete perché abbia iniziato questo commento con questa storia…
Premettendo che a me non piace fare complimenti gratuiti e, come sostiene anche Marco, piace riflettere...Ho esaminato un punto in comune tra il primo incontro ed il secondo…
Nel Primo incontro abbiam conosciuto, attraverso l’esperienza di Marco, quella che molti di noi han visto solo sull’atlante o attraverso spot pubblicitari, l’Australia. Fino a poco tempo fa, personalmente, pensavo che l’Australia fosse la patria dei “marsupiali”, ovvero Canguri e Koala, l’isola dove si svolge il GP di Melbourne, o l’isola di quella buffa struttura situata sul porto di Sidney, l’isola di quell’altissima torre dove gente come Megan Gale (nello spot della Omnitel) può arrampicarsi liberamente col rischio di scivolare giù e morire… Attraverso l’esperienza diretta di una persona che ha “vissuto” l’Australia sono venuto a conoscenza di fatti che vanno ben al di la delle sciocchezze elencate prima… Esistono esseri umani come noi, che mangiano, bevono e si divertono…Esseri umani con una propria cultura, ragazzini con la concezione un po’ distorta della figura del “manager” o del “business”, esseri umani che accettano la multietnicità ma ne escludono la multiculturalità… Esseri umani che hanno paura di essere scoperti con un altro essere umano “etichettato” come Italiano. Durante il racconto, però, vengo a conoscenza di un fatto strano…un fatto che ha annebbiato un po’ in me la visione di quell’isola dei canguri e dei koala… Gli abitanti (di pelle nera) della Tazmania furono deportati in Australia e fatti “accoppiare” con esseri umani di “pelle bianca” così da creare una “razza meticcia” che non avesse “pelle nera”…Un vero e proprio “esperimento naturale” con esseri umani usati come “cavie”… Ma ciò che mi ha colpito di più è che questo esperimento non poteva esser fatto di nascosto…bensì alla luce del sole…Voglio dire che tutti erano a conoscenza di questo “esperimento” ma nessuno ha avuto il coraggio di dire: “E’ sbagliato”, anzi, VOLUTAMENTE l’essere umano ha continuato…l’essere umano ha “danneggiato” altri suoi simili per il puro gusto di sostituirsi a Dio e creare una “nuova razza” in quanto gli “esseri umani” di pelle nera non erano considerati “perfetti” da altri esseri umani che invece sostenevano di esserlo…L’uomo ha razionalizzato il male e ha fatto in modo che esso si concretizzasse attraverso gli studi dettati dalla sua insaziabile curiosità, a discapito dei suoi simili più deboli…
“L’animale debole diventa preda di un altro animale più forte…”…
Rosario Luigi Copioso (UNINA2 Scienze del Turismo per i BB.CC.)
...continua
-PARTE 3-
RispondiEliminaIn questi due seminari ho avuto modo di riflettere circa il “comportamento” degli esseri umani… Ebbene a volte l’essere umano riesce volutamente a “razionalizzare” il male e renderlo, quindi, voluto… la domanda che mi sorge è questa… “Gli esseri umani sono davvero gli animali piu’ intelligenti della Terra o i più pericolosi!?”
Mi risponderete: “Si, gli esseri umani sn comunque gli esseri piu’ evoluti in quanto costruiscono, studiano, parlano…”
Ma mettiamo il caso che io cambiassi per un attimo il modo di parlare e invece della parola Grattacielo (oppure casa) usassi la parola “Tana”…e usassi il termine “Parola” come “Verso”…e usassi il termine “Studio” come metodo per accudire o attaccare i miei simili finalizzato alla sopravvivenza? Questo ci farebbe riflettere di più?
Tante le domande che ci poniamo, soprattutto quelli che come me, studiando storia alla fine esclamano: “Si ma alla fine, sta guerra, perché è scoppiata?”…
I motivi sempre gli stessi il fine uno:
-Espansione |
-Commercio | = > SOPRAVVIVENZA
-Supremazia | (attraverso l’annientamento del piu’ debole)
“Quisque faber est fortunae suae”
Ovviamente non punto il dito o tendo a polarizzare il Bene ed il Male...
Questa è una mia osservazione circa i due incontri; è evidente che molti esseri umani hanno dato un grande contributo in modo positivo alla nostra vita…
Rosario Luigi Copioso (UNINA2 Scienze del Turismo per i BB.CC.)
-PARTE 2-
RispondiEliminaL’argomento trattato nel nostro secondo incontro è stato l’olocausto…l’incontro ha avuto inizio con il silenzio… mancavano difatti le parole quando venivano mostrate le immagini mute della “guida al museo di Auschwitz” che raffiguravano le stanze (o meglio giacigli) dove milioni di condannati a morte coltivavano la speranza ogni notte di vedere un nuovo giorno e un brivido al sol pensiero di quella lontana speranza viaggiava sotto la mia pelle e personalmente mi sono accorto che quegli avvenimenti che credevo lontani dalla mia persona, in realtà mi hanno investito totalmente, lasciandomi intendere che ne “La storia si ripete” né “noi facciamo la storia” ma che la “storia stessa è in noi, fa parte di noi e vive in noi…”; poi in quelle immagini ancora Capelli tagliati per farne stoffe, Valigie servite per un viaggio solo andata…E in quel silenzio, fra luci di candele mi chiedevo: “Perché?” perché tutto questo è accaduto!? “CHI o COSA ha reso possibile tutto questo?”....credetemi non è stata la domanda bensì la risposta a farmi paura: “L’uomo”…
Ancora…L’uomo che distrugge i suoi simili…solo perché ritenuti “diversi”, “inferiori”…
La storia ci da tante spiegazioni sul perché i fatti avvenuti nei campi di sterminio siano accaduti, ma non esiste nessuna effettiva spiegazione che abbia una logica ben chiara:
-C’è chi sostiene che Hitler fosse di natura omosessuale e che egli non accettasse il proprio essere, dando la colpa alla madre (che pare essere stata di origini ebree), quindi, coltivò un profondo odio verso la “razza” ebraica…
-C’è chi sostiene che Hitler, quando ancora vestiva i panni di un semplice imbianchino, trovandosi a casa di molti “nobili” ebrei ne avesse invidiato la ricchezza e l’avidità e giurato che un giorno avrebbero pagato per tutto ciò che non meritavano…
Come si può notare, motivi del tutto “personali” non di carattere “naturale”, inoltre, la colpa non può essere data solo al capo del governo tedesco ma a tutti coloro che sapevano e non ebbero il coraggio di dire: “E’ Sbagliato”… Anzi, molti medici tedeschi, tra cui Mengele, per approfondire i propri studi usavano come “cavie”: Donne, Bambini, Uomini e Vecchi tutti Ebrei…(=Esseri Umani ritenuti semplicemente inferiori).
I campi di concentramento non furono messi in funzione subito dopo le leggi raziali, difatti il “primo sterminio” avvenne tramite le fucilazioni…e riguardava anche Esseri umani non ebrei, ma Polacchi, Russi, Slavi… “Purtroppo” i soldati tedeschi erano molto provati dal compiere fucilazioni ogni giorno, ogni minuto…per questo si decise di aprire veri e propri campi di concentramento…(Anche in questo caso l’uomo “razionalizza” e “concretizza” il male…) Sappiamo tutti cosa accadeva all’interno dei campi…ma forse pochi provano ad immaginare gli stati d’animo di quegli uomini, donne, bambini…Esseri umani che si ripetevano il “perché” toccasse loro la morte, perché toccasse loro di subire esperimenti atroci, perché toccasse loro la libertà solo attraverso il fumo di un comignolo!? Quali le accuse!? Quali le colpe!? Ma erano li e dovevano subire barbarie di tutti i tipi da loro simili che si ritenevano superiori come razza…
Rosario Luigi Copioso (UNINA2 Scienze del Turismo per i BB.CC.)
...continua
Sono rimasto particolarmente colpito dal secondo incontro di giovedì scorso, poichè ha toccato una tematica che mi ha sempre profondamente scosso: l'Olocausto degli ebrei.
RispondiEliminaHo letto diversi libri sull'argomento per tentare di capire a fondo i meccanismi e le dinamiche che sono state alla base della più grande tragedia della storia dell'umanità; in particolare l'ultimo libro che ho avuto modo di leggere mi ha portato a riflettere su un aspetto per certi versi agghiacciante.
Il testo in questione è "La banalità del male" di Hannah Arendt in cui l'autrice, inviata del quotidiano "New Yorker", assiste al processo in cui Otto Adolf Eichmann, militare tedesco con il grado di "SS", era chiamato a rispondere a diverse imputazioni, quali crimini contro l'umanità e contro il popolo ebraico e crimini di guerra sotto il regime nazista. Gli scenari che emergono durante il dibattimento in aula portano la Arendt a definire il Male incarnato da Eichmann "banale" e perciò tanto più terribile, poichè i suoi servitori non sono che piccoli e grigi burocrati. I "macellai" di questo secolo dunque non hanno la "grandezza" dei demoni: sono persone normali, che si somigliano e ci somigliano. Afferma infatti la Arendt in un passo del libro su cui invito a riflettere: "E' mia opinione che il male non possa essere radicale, ma solo estremo; e che non possegga nè una profondità, nè una dimensione demoniaca. Può ricoprire il mondo intero e devastarlo perchè si diffonde come un fungo sulla sua superficie. E' una sfida al pensiero perchè il pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle radici delle cose, e nel momento in cui s'interessa al male viene frustrato, perchè non c'è nulla. Questa è la banalità. Solo il Bene ha profondità e può essere radicale.
Il guaio del caso Eichmann era che uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano nè perversi nè sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali."
Queste considerazioni sono , a mio parere, un invito a stare sempre in guardia perchè il Male può essere generato da chiunque, anche da coloro che consideriamo "normali".
IVAN CORRADO CL/00131
Come molti, il secondo incontro mi ha particolarmente colpita..Credo sia stato un momento molto toccante con un'atmosfera appropriata. In effetti è vero, abbiamo sempre rispettato il minuto di silenzio ma un minuto non basta per cimentarsi in quello che è realmente successo. Devo ammettere che non ero a conoscenza dei dettagli dell'olocausto, non ho mai approfondito l'argomento, e averne parlato mi ha leggermente scossa. Dico questo perchè ammetto che quando il seminario è terminato io pensavo ancora a ciò che si è detto, anche il giorno dopo e quello dopo ancora, anche se è stato solo per pochi minuti; questo non mi è mai capitato dopo il "minuto di silenzio" e dunque ho capito l'importanza dell'averne parlato. Mi ha lasciato davvero senza parole la crudeltà delle persone, credevo che alcune cose non potessero succedere.. evidentemente non è così. Ho sempre creduto che persone come Hitler, fossero una su un milione, ma a quanto pare mi sbagliavo dato che chi portava avanti le sue idee non era un piccolo agglomerato di persone; è pur vero che sono sempre stata alquanto idealista e fin troppo poco realista, ma pensare che uomini, donne, bambini soprattutto erano trattati peggio che insetti, mi lascia senza parole.
RispondiEliminaL'averci catapultati in quella che è stata sofferenza, dolore e morte per molti, ci ha fatto solo lontanamente immaginare quello che possono aver subito; sì, perchè come diceva Marco, non potremmo mai capire, anche perchè la notizia ci colpisce, magari ci sconvolge, ma la triste realtà è che poi ognuno di noi ritorna alla propria vita, magari senza pensare di poter fare qualcosa per cambiare le cose. Ovviamente non mi riferisco all'olocausto che credo, e spero non ricapiti, ma alle varie forme di razzismo che sono oggi presenti nella nostra vita.
Interessante comunque anche quando si è parlato degli interessi che poteva lo stato ricevere da tutte questi decessi; mi riesce difficile esprimermi su questo punto perchè non riesco a capire come si può pensare di coprire qualcuno che mette a morte migliaia di persone per guadagnarci su.
Per me questo avvenimento è il più ripugnante di tutta la storia, non si potrà mai cancellare il dolore e la cattiveria impressi in quel campo e nelle persone, spero comunque che verrà ricordato per sempre affinchè non ricapiti e magari per cambiare le cose, perchè no.
ANTONIETTA LECCE
CC/853
il primo libro che ho letto in vita mia è stato Se questo è un uomo, avevo 13 anni e sono stato malissimo per giorni, immaginavo la sofferenza di uomini, donne e bambini rinchiusi nei campi di sterminio, ora ho 26 anni e la lezione "Oswiecim...per capire la memoria" mi ha dato le stesse brutte emozioni, se non peggiori in quanto, purtroppo o per fortuna, da adulti si fanno riflessioni che vanno oltre il "chi sia il buono e chi il cattivo". Lo scenario dei campi di sterminio era composto da guerra, fame, malattie e crudeltà del genere umano al fine di ottenere un maggior potere. Ora ditemi, quale di questi elementi è svanito col tempo?Nessuno...
RispondiEliminaMARIO VITALE
LP/914
Se devo pensare alla prima cosa che mi ha suscitato questo secondo incontro non penso al dolore e al dispiacere per quello che è successo, ma rabbia e indignazione. Rabbia dovuta all'impossibilità di fare qualcosa di fronte a questo orrore, e indignazione nei confronti del genere umano capace di sì tanto odio. Non è facile per me che sono una persona eccessivamente sensibile e per nulla politicamente corretta, esprimere le mie emozioni a riguardo, la prima cosa che mi viene da fare se penso a ciò è urlare. Qualche anno fa ho visitato il campo di concentramento di Dacao e ricordo lo sconforto e l'impotenza provati di fronte a quell'orrore. Ebbene, io non ero niente! Non potrò mai dimenticare questa esperienza e, soprattutto, tacere la mia rabbia.
RispondiEliminaAngione Sabrina SRM/281